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Visualizzazione dei post da agosto, 2016

Parole, parole, parole...

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George Harrison, musicista con i Beatles Insomma, il fatto è questo: ma i rapper e tutti coloro che li seguono, hanno davvero qualcosa di autentico da dire? Negli anni sessanta i ragazzi investivano i loro pochi soldi per comprarsi una chitarra e cercare di mandare al diavolo la working class. C’era da studiare. Bisognava, anche se da soli, tirare giù la musica e le parole usate dai grandi dell’epoca, Beatles o Stones, etc. Bisognava farsi il sedere per scrivere una propria canzone. Oggi? Solo parole. Certo, a volte valide. Tuttavia sembra il regno della monotonia. Perchè questo discorso? Solo per proporvi il pensiero di George Harrison: “La musica rap è solo una schifezza computerizzata. Sto a sentire Top of the Pops e dopo tre brani mi viene voglia di ammazzare qualcuno”.

Dopo -Terremoto

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Mi resta appena il tempo per capire Che non avrò più tempo per pensare In questo posto dove accadono le cose Dove crollano le case Con il silenzio che diventa la normalità E questo cielo che mi sembra una pubblicità Un grido fermo nella gola come in sogno Io resto qua In questa Italia con i sogni Risvegliata con i pugni Siamo solo foglie appese Con sotto le candele accese.